Un problema di tantissimi blogger alle prime armi (ma ammettiamolo: spesso anche dei blogger più navigati) è quello di scrivere numerosi articoli per il proprio blog ma poi non riuscire a far decollare il proprio traffico e monetizzare il proprio il lavoro.
E in questo caso è facile demoralizzarsi, credere che il blogging sia un’attività complessa e abbandonare il proprio progetto.
Se anche tu ti trovi in questa situazione, devi sapere che la soluzione è potrebbe essere semplice di quanto si credi: i tuoi articoli probabilmente non rispondono all’intento di ricerca.
L’intento di ricerca, chiamato molto più spesso search intent, altro non è che il vero motivo per cui un utente cerca qualcosa sui motori di ricerca, primo tra tutti su Google. È un po’ come una chiave d’accesso nella mente dei tuoi lettori.
Se non riesci a intercettare correttamente il search intent di ogni ricerca, allora non importa quanto lungo, bello e dettagliato sarà il tuo articolo: gli utenti lasceranno il tuo blog, il tempo di permanenza sulle tue pagine crollerà e non registrerai conversioni.
Niente iscritti alla newsletter, niente vendite, niente di niente.
Ed è proprio per questo motivo che è fondamentale riuscire sempre a intercettare il search intent di ogni ricerca che viene effettuata, così da riuscire a scrivere articoli ancora più pertinenti, più in linea alle aspettative dei lettori e con più alti tassi di conversione.
In questo articolo andremo a scoprire in modo più dettagliato il search intent: vedremo insieme di cosa si tratta nello specifico, come intercettarlo e soprattutto come ottimizzare i nostri articoli affinché rispondano esattamente all’intento di ricerca.
Vogliamo iniziare? E allora andiamo!
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Che cos’è il Search Intent
Detto in modo estremamente semplice, il Search Intent è il vero motivo per cui un utente effettua una ricerca su Google e sugli altri motori di ricerca.
L’intento di ricerca, chiamato anche search intent o user intent, è infatti molto semplicemente l’obiettivo finale che un utente vuole ottenere quando digita una query su Google, cioè quando fa una ricerca.
Ti faccio un esempio concreto per spiegarti meglio cosa intendo.
Pensa per un attimo a quando fai una ricerca su Google. Sicuramente le tue ricerche non hanno sempre uno stesso obiettivo.
A volte, potresti cercare informazioni su qualcosa, ad esempio su come piantare il basilico, oppure cercare recensioni su qual è il prodotto migliore da acquistare in una certa categoria o ancora potresti cercare uno shop online perché sai già cosa vuoi acquistare e cerchi solo dove farlo.
Tante ricerche, quindi, che hanno tutte obiettivi diversi. E questi obiettivi sono proprio quello che intendiamo con intento di ricerca.
Ma è perché così importante riuscire a intercettarlo? Proseguiamo!
Perché è importante intercettare l’intento di ricerca

Ti faccio un altro esempio per farti capire l’importanza dell’intento di ricerca.
Diciamo che hai una pizzeria. Pierino (il nostro utente) ha fame e vuole una pizza da asporto.
Cerca quindi “pizza” su Google (sì, ok, Pierino avrebbe potuto essere anche un tantino più specifico nella sua ricerca, siamo d’accordo) e trova un tuo articolo in prima posizione.
Il tuo articolo è molto lungo, ben scritto e dettagliato. E per di più è in prima posizione su Google per la keyword secca “pizza”. Un successone! Hai parlato della pizza, della sua storia, della sua diffusione nel mondo e hai addirittura aggiunto una ricetta semplicissima per fare una pizza a casa perfetta.
Pierino apre l’articolo e pensa: “Mmh, tutto molto interessante ma questo non mi sfama”. Chiude la pagina e torna sui risultati di ricerca.
Apre quindi il secondo risultato di ricerca. Un sito brutto, con articoli scarni e scritti con i piedi. Ma Pierino trova quello che cercava “Pizza da asporto in mezzo secondo a casa tua! Prenota ora!”
Pierino è contento. Il tuo competitor è contento.
Tu hai perso una vendita anche se eri in prima posizione su Google per la parola “pizza”. Anzi: hai regalato una conversione al tuo competitor.
Che è successo? 😨
Semplice: non hai intercettato l’intento di ricerca e hai offerto al tuo cliente una soluzione che non stava cercando.
Ora, questo esempio è senza dubbio ai limiti del verosimile, ammettiamolo. Però ti assicuro che cose così capitano ogni giorno, ovviamente con query diverse.
Una volta che hai fatto una ricerca di keyword, non è solo importante quindi trovare quale query vengono cercate ma anche – e soprattutto! – perché una persona sta effettuando proprio quella ricerca e quali risultati si aspetta di trovare.
Pensa ad esempio a una persona che cerca “pizza” su Google. Cosa vuole davvero? Perché sta cercando quella query?
- Vuole trovare la ricetta per fare la pizza a casa?
- Vuole ordinare una pizza a domicilio?
- Cerca nuovi gusti di pizza da cui prendere ispirazione per il suo prossimo ordine?
- Vuole conoscere le pizzerie in zona?
- Vuole scoprire la storia della pizza?
E via discorrendo. Tutte queste opzioni sono appunto il search intent che dobbiamo intercettare. Ti dirò tra un attimo in che modo è possibile farlo.
Prima però è importante capire quali tipologie di Search Intent possiamo incontrare. Comunemente ne vengono intercettate 4. Vediamole nel dettaglio.
Le tipologie di Search Intent
Esistono principalmente 4 tipologie di search intent:
- Intento informazionale
- Intento navigazionale
- Intento transazionale
- Intento commerciale.
Andiamo a capire meglio di cosa si tratta.
Intento Informazionale
Le ricerche informazionali sono quelle più comuni perché spesso su Google è proprio questo che si cerca: informazioni.
Nelle ricerche informazionali l’utente sta quindi cercando informazioni su qualcosa di specifico. Per questo, solitamente – ma non sempre – le ricerche informazionali hanno proprio la forma di una domanda tipo:
- Chi… ?
- Cosa… ?
- Come… ?
- Perché… ?
- Dove… ?
Esempi di ricerche informazionali possono quindi essere:
- Che cos’è un vulcano?
- Come si piantano i pomodori?
- J. F. Kennedy
- Risultati campionato.
Intento Navigazionale
La ricerca navigazionale si ha quando l’utente sta cercando una pagina specifica di un preciso sito web.
In questo caso, magari è troppo pigro per digitare l’intero URL nella barra degli indirizzi o semplicemente non riesce a trovare una pagina precisa.
Esempi di query navigazionali sono:
- Twitter login
- Cronaca Ansa.
Intento Transazionale
Le ricerche transazionali sono le più importanti in termini di monetizzazione perché chi le sta facendo ha già deciso cosa deve acquistare, sta solo cercando dove farlo.
A questi utenti, quindi, non dobbiamo spiegare niente: dobbiamo solo dare loro la possibilità di fare un acquisto.
Esempi di query transazionali:
- Acquistare MacBook PRO
- Biglietti cinema Ariston
- Buono sconto McDonald’s
- Cellulare usato.
Intento Commerciale
Simili alle ricerche transazionali sono le ricerche commerciali (o di indagine commerciale).
Le query commerciali vengono infatti quando un utente vuole acquistare qualcosa ma prima decide di fare delle ricerche per capire qual è il migliore prodotto per lui.
Spesso la query commerciale sta infatti nel mezzo tra una ricerca informazionale e una ricerca transazionale. Se trova la soluzione che sta cercando, molto probabilmente deciderà anche di acquistare.
Esempi di query commerciali:
- Migliori scarpe da trekking
- Recensione Roomba
- WordPress o Wix?
- Migliore ristorante di pesce a Firenze.
Ok, adesso che sono più chiare le varie tipologie di search intent che possiamo trovarci davanti, arriviamo a un punto cruciale: come si fa a capire qual è l’intento di ricerca esatto per ogni keyword?
Proseguiamo.
Come intercettare l’intento di ricerca per ogni keyword
Adesso che abbiamo capito la differenza tra i vari tipi di intenti di ricerca, è il momento di iniziare a comprendere perché i nostri utenti fanno quelle ricerche, cosa vogliono realmente trovare.
A complicare il tutto c’è che a volte gli intenti di ricerca possono sovrapporsi, proprio come nell’esempio che abbiamo fatto poco fa sulla pizza.
Ad esempio, la query “iPhone 13” potrebbe essere:
- informazionale (l’utente sta cercando informazioni sull’iPhone 13)
- transazionale (sta cercando dove acquistarlo)
- navigazionale (sta cercando la pagina sul sito della Apple).
Per dirla in modo ancora più semplice: più la keyword è specifica, più è facile capire l’intento di ricerca. Ma noi non possiamo limitarci alle keyword specifiche (o keyword long-tail) ed escludere le altre.
Come fare quindi a intuire in modo più realistico possibile il vero intento di ricerca? Abbiamo diversi modi per farlo.
In particolare, io ne utilizzo 2: l’analisi della SERP e Semrush.
Analisi della SERP
Il primo modo per capire l’intento di ricerca è osservare la SERP. Cercando infatti la parola chiave che vuoi analizzare, molto probabilmente Google capisce qual è il search intent e mostra i risultati di ricerca più pertinenti.
Osservando attentamente questi risultati, quindi, è facile intuire qual è l’intento di ricerca di quella keyword.
Ti faccio qualche esempio.
Risultati SERP per query informazionali
I risultati delle query informazionali evidenziano di solito snippet in primo piano, blog informativi, Wikipedia e domande correlate.
Ecco un esempio.

Risultati SERP per query navigazionali
I risultati in SERP delle ricerche navigazionali mostrano solitamente come primo risultato la pagina che stiamo cercando, subito dopo altre pagine dello stesso sito web.
Ecco un esempio.

Risultati SERP per query transazionali
Le SERP transazionali sono abbastanza semplici da individuare dal momento che in questo caso, Google mostra annunci a pagamento, recensioni e soprattutto caroselli d’acquisto.
Ecco un esempio.

Risultati SERP per query commerciali
Le SERP delle query commerciali mostrano in genere annunci di Google Ads, schede commerciali “Confronta i prodotti” e articoli informativi.
Altro esempio? E certo!

Semrush
Un altro aiutino per capire l’intento di ricerca viene proprio da Semrush che recentemente ha implementato la tab “Intent” nei risultati di ricerca.
Per trovarlo, ti basta entrare nel tuo account e nel menu a sinistra selezionare Keyword Magic Tool, inserire la query che vuoi analizzare e lanciare la ricerca.

Per fare questo tipo di ricerca su Semrush, ti basta creare un account gratuito da qua. In questo modo potrai però controllare l’intento di ricerca solo per un numero di keyword limitato.
Se vuoi analizzare un numero maggiore di keyword, sblocca allora la prova di 7 giorni di Semrush che ti farà accedere per una settimana a tutte le funzionalità avanzate, compresa la possibilità di analizzare gli intenti di ricerca per tutte le keyword che desideri.
Se poi hai tutto ciò che ti serve, puoi anche annullare la prova gratuita entro il termine della prova e non ti verrà addebitato nessun costo.
Come ottimizzare un contenuto per rispondere all’intento di ricerca
Ora che hai compreso l’importanza del search intent e come intercettarlo, è tempo di mettere in pratica le tue conoscenze e ottimizzare i tuoi contenuti in modo da rispondere in modo mirato alle ricerche dei tuoi lettori.
Ma come farlo? Ci sono diversi modi.
Per prima cosa, il metodo più ovvio (ma spesso – ahimé – sottovalutato): immedesimati nel tuo lettore. Ricorda sempre che non stai scrivendo per i motori di ricerca ma per persone reali, in carne ed ossa, che leggeranno il tuo contenuto.
Proprio in questo momento che sto scrivendo, sto pensando proprio a te che stai leggendo questo articolo. Cosa ti ha fatto arrivare qua? Perché sei interessato a questa lettura?
Dal momento che quello dell’intento di ricerca è un argomento piuttosto avanzato nel mondo del blogging, a meno che tu non sia capitato qua per puro caso, quasi sicuramente hai già un blog e sei in quella fase in cui stai cercando come ottimizzarlo in modo da ottenere più traffico e più conversioni.
Ci sono andata vicino? 😏
Questo è proprio quello che devi fare anche quando ti appresti a scrivere – o a ottimizzare – i tuoi articoli.
Cerca di capire chi sta facendo quella ricerca e perché: sta forse cercando risposta a una domanda? Cerca una guida passo-passo? Ha bisogno di una recensione? O forse è già pronto a un acquisto e sta cercando un pulsante “ACQUISTA ORA”?
In questo modo saprai con maggiore certezza quale direzione dovrà prendere il tuo contenuto per soddisfare le aspettative e le necessità dei tuoi lettori.
Un altro aspetto fondamentale è la scelta delle parole chiave. Scegli con cura quelle che si allineano meglio all’intento di ricerca del tuo pubblico. Ad esempio, se qualcuno cerca “le migliori scarpe da running”, probabilmente sta cercando informazioni per un possibile acquisto.
Potresti creare un articolo intitolato “La guida più completa del web per scegliere le migliori scarpe da running e migliorare le tue performance” offrendo quindi alcune possibili soluzioni e la possibilità di acquistarle direttamente dalla tua pagina.
Oltre al succo dei contenuti, non dimenticare nemmeno la forma. Rendi quindi i tuoi articoli semplici da leggere utilizzando titoli e sottotitoli chiari per guidare il lettore attraverso l’articolo. Usa paragrafi brevi ed elenchi puntati per facilitare la lettura e metti in risalto i punti chiave tramite l’utilizzo del grassetto.
Proprio come ho fatto io in questo articolo!
Ottimizzare un contenuto per rispondere all’intento di ricerca richiede senza dubbio tanta dedizione e attenzione ai dettagli ma i risultati saranno senza dubbio migliori – e non solo in termini economici ma anche di fidelizzazione, maggiore tempo di permanenza sulle tue pagine e minore bounce rate.
E questo verrà premiato anche dai motori di ricerca che vedranno numerosi segnali positivi provenienti dal tuo blog e ti “premierà” facendoti salire nei risultati di ricerca.
Come misurare l’effetto delle ottimizzazioni
Ora che hai imparato come ottimizzare i tuoi contenuti per rispondere al meglio all’intento di ricerca di ogni keyword, il tuo lavoro non è ancora finito: devi infatti anche misurare se le ottimizzazioni che hai intrapreso hanno avuto o meno gli effetti sperati.
E come si fa?
La prima cosa da fare è senza dubbio quella di controllare gli strumenti di analisi, in primis Google Analytics e Google Search Console.
Osserva attentamente se ci sono stati aumenti significativi di traffico. Questo potrebbe indicare che i tuoi contenuti risuonano con il pubblico desiderato. Analizza anche le metriche di coinvolgimento, come ad esempio:
- il tempo medio trascorso sulle pagine
- i tassi di conversione (ad esempio vendite o iscrizioni alla newsletter)
- la frequenza di rimbalzo
- il posizionamento dei tuoi contenuti sui motori di ricerca
- il numero di condivisioni sui social media.
Questi sono indicatori utilissimi che possono far capire quanto il tuo contenuto sia effettivamente coinvolgente e utile per i tuoi lettori.
Un altro modo per misurare l’effetto dell’ottimizzazione del search intent è attraverso i feedback diretti dei tuoi lettori. Apri la porta alle loro opinioni e alle loro storie. Chiedi loro cosa ne pensano dei tuoi contenuti, se li trovano utili e se rispondono alle loro domande.
(A tal proposito, hai già letto Ask! di Ryan Levesque? È uno dei migliori libri che abbia mai letto per imparare come scoprire che cosa vogliono davvero i nostri clienti).
Ricorda sempre che il tuo pubblico è il vero giudice. Ascolta attentamente ogni voce, ogni apprezzamento e ogni critica costruttiva così da poter migliorare costantemente il tuo lavoro.
Tieni presente che i risultati potrebbero non arrivare dall’oggi al domani. Come ripeto sempre, il blogging non è mai uno sprint, bensì una maratona. Semini bene oggi per poter raccogliere ottimi frutti domani.
Il blogging non è uno sprint: è una maratona.
Quindi sii paziente, determinato e persistente nel tuo percorso. Continua a monitorare le tue performance e ad apportare miglioramenti costanti. E non arrenderti mai di fronte alle sfide che ti si presentano perché ogni piccolo passo in avanti ti avvicina al successo che desideri.
Riflessioni finali
Con i cambiamenti del web, dai processi di acquisto agli aggiornamenti degli algoritmi di Google, dall’aumento dei competitor all’introduzione dell’intelligenza artificiale, va da sé che una mera ricerca di keyword non è più sufficiente per scalare la vetta di Google.
Quello che è importante è invece creare dei contenuti di qualità, coinvolgenti e soprattutto che rispondano esattamente all’intento di ricerca dei tuoi lettori.
E poi vedrai che non tarderanno ad arrivare nemmeno tutte le gratificazioni che cerchi dal tuo blog.
Non mi resta che augurarti buon blogging!
