La negative SEO, o SEO negativa, è un nemico subdolo: lavori al tuo blog, crei articoli di qualità, inizi a posizionarti sui motori di ricerca e… improvvisamente tutto crolla.
Ti assicuro che è una sensazione davvero frustrante soprattutto se questo attacco di negative SEO proviene da qualche triste collega rosicone che a quanto pare non riesce a sostenere un po’ di sana competizione – proprio come è capitato anche a me.
Ma cosa è esattamente la negative SEO? Come si riconosce? Come si previene? E – soprattutto! – come ci si rialza se siamo stati colpiti?
A queste e altre domande voglio rispondere proprio nel corso di questo articolo. Vedremo infatti più nel dettaglio come funziona questa tecnica di Black Hat SEO e scopriremo alcune tecniche che ci permetteranno di rimetterci in piedi e riposizionare il nostro blog.
Andiamo!
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Cos’è la negative SEO
La negative SEO è una pratica di Black Hat SEO, ossia di quella branchia della SEO non etica e bannata dalla linee guida di Google, che ha come scopo quella di affossare il posizionamento sui motori di ricerca e la reputazione di un sito web competitor.
Esistono infatti delle pratiche, chiamate appunto tecniche di Black Hat SEO, che vengono utilizzate per manipolare il posizionamento sui motori di ricerca. Dal momento che Google riesce a intercettare queste pratiche e penalizzare i siti che le utilizzano, adesso è diventata un’arma che alcuni siti web rivolgono verso i propri competitor.
E Google cosa ne pensa?
Google afferma di saperli riconoscere e di ignorarli. John Mueller ha infatti detto a proposito di negative SEO:
“In general we do automatically take these into account and we try to… ignore them automatically when we see them happening. For the most part, I suspect that works fairly well. I see very few people with actual issues around that. So I think that’s mostly working well.”
La verità però non è proprio così. Se non ci muoviamo in tempo, in realtà, il sito può davvero venire danneggiato seriamente.
Ma c’è una nota positiva: intercettare degli attacchi di negative SEO sul nostro sito web è abbastanza semplice – anche se a volte serve del tempo per riuscire a recuperare il posizionamento perso – e nel corso di questo articolo vedremo anche più da vicino come farlo.
Come funziona la negative SEO
Ma come funziona la SEO negativa?
Diciamo che un tuo competitor nota il tuo sito web, vede che sta crescendo e che si sta ben posizionando. Diciamo anche che questo competitor frustrato non regga la competizione e voglia vedere il tuo sito sparire negli abissi di Google o addirittura penalizzato da BigG.
Ed ecco che inizia l’attacco.
(Ma poi, non sarebbe più proficuo per entrambi collaborare invece di attaccarsi a vicenda? Io queste cose non riesco a capirle, lo giuro 😅)
Esistono diverse tipologie di attacchi di negative SEO, come ad esempio quella tra le più classiche che consiste nel creare dei backlink tossici che puntano al tuo sito. Ovviamente, quando parliamo di attacchi non parliamo di una manciata di link spam, che sono solitamente abbastanza normali per un sito web.
Parliamo di migliaia e migliaia di link tossici. Questi sono il vero problema e possono influire in modo molto negativo sulla SEO tuo sito web, portandolo addirittura a essere penalizzato da Google.
Vediamo quindi a quali tipologie di negative SEO possiamo incorrere.
Tipologie di negative SEO
Esistono decine di modi per penalizzare un sito web tramite un attacco di negative SEO. Ecco i più comuni:
- Creazione di contenuti duplicati
- Attacco hacking
- Creazione di backlink tossici
- Pubblicazione di recensioni false
- Rimozione di backlink positivi.
Vediamoli tutte più nel dettaglio.
Creazione di contenuti duplicati
Una tecnica di negative SEO che viene utilizzata per danneggiare un sito web sono i contenuti duplicati.

Come ben saprai, i contenuti duplicati non sono ben visti da Google che tende a penalizzarli.
Ma non è una tecnica controproducente? Google dovrebbe penalizzare il sito che copia, non quello copiato, giusto?
Ehm… non esattamente.
A oggi Google non sa – o forse non gli interessa sapere – quale contenuto è il vero originale. E quindi tende a considerare originale quello che viene indicizzato per primo.
Di conseguenza, puoi tranquillamente correre il rischio di venire penalizzato se il tuo contenuto è quello originale e vedere invece premiato il contenuto copiato solo perché si è indicizzato prima del tuo.
Triste ma vero.
Come difendersi dai contenuti duplicati
Il modo migliore per trovare se qualcuno ha copiato i tuoi contenuti è facendo una ricerca su Google oppure utilizzare strumenti come ad esempio Copyscape, che ti permette di trovare contenuti anche in parte identici al tuo.
Una volta trovati, puoi contattare il sito per chiederne la rimozione. Ti anticipo già che nel 99,9% dei casi però non otterrai risposta, te lo dico per esperienza 😅
La seconda possibilità è quella di richiedere la rimozione del contenuto direttamente al provider di hosting del sito in questione. Per sapere qual è, ti basta andare su ICANN Lookup e inserire il sito che ti ha clonato i contenuti per scoprire su quale server è appoggiato il sito.

Ti basta quindi contattare l’assistenza e fornire tutti i dettagli:
- l’URL del tuo sito
- l’URL dei tuoi contenuti che sono stati copiati
- l’URL dei contenuti clone.
In questo modo potrai chiedere la rimozione di quei contenuti.
Come ultima arma, quindi, ti conviene metterti nelle mani di un avvocato oppure andare direttamente a bussare alle porte di Google e chiedere la rimozione del contenuto dai risultati di ricerca.
Attacco hacking

Esistono due tipi di siti web: quelli che sono già stati violati e quelli che devono ancora esserlo.
(Stefano Novelli)
Un’altra tecnica che viene utilizzata per condurre un attacco di negative SEO è il classico hacking, come ad esempio un attacco DDoS. In questo caso, gli hacker penetrano all’interno del tuo sito e da qua possono fare veramente una miriade di danni, come ad esempio:
- modificare il tuo file robots.txt e deindicizzare completamente il tuo sito web
- fare un redirect dalle tue pagine verso un altro sito web
- modificare o cancellare i tuoi contenuti
- aggiungere pagine spam
- … e altri danni inclassificabili.
Fra tutti gli attacchi possibili, questo è senza dubbio il peggiore. E come puoi ben immaginare, non solo per una questione di SEO.
Come difendersi dagli attacchi hacker
Ci sono diversi modi per difendersi dagli hacker:
- Il primo è quello di utilizzare un hosting performante, come SiteGround, e installare su WordPress un plugin per la sicurezza del sito come ad esempio WPScan, WordFence o SG Security
- Utilizza sempre password forti (e cambiale regolarmente!) ed evita l’utilizzo di username comuni come ad esempio “admin”
- Abilita l’autenticazione a due fattori, che ti chiede un ulteriore verifica dopo l’accesso. Questo previene che qualcuno riesca a penetrare il tuo sito anche se è in possesso dei dati di accesso (user e password)
- Tieni anche sempre aggiornati tutti i temi e i plugin di WordPress perché a differenza delle credenze comuni, è proprio tramite i plugin non aggiornati che la maggior parte degli attacchi riesce ad andare in porto
- Fai dei backup regolari del tuo sito. Se utilizzi SiteGround, verranno fatti in automatico dal server
- Se hai subìto un attacco, contatta subito il tuo provider di hosting e fatti mandare i log per capire da dove sono entrati. Poi contatta un ethical hacker per farti chiudere la breccia e mettere in sicurezza il sito.
Creazione di backlink tossici
Una delle tecniche di negative SEO più classiche e più utilizzate è quella di creare una valanga di backlink tossici, provenienti da siti spam, siti per adulti e siti che sponsorizzano medicinali, chiamati anche link farm.
Questi link provengono solitamente da un PBN (Private Blog Network) ossia un network di blog di bassa qualità che in passato veniva utilizzato per aumentare il numero di backlink verso un sito e cercare quindi così di migliorarne il posizionamento.
Oggi però Google è in grado di riconoscere questi PBN e ottenere questo genere di link potrebbe far credere quindi a Google che stiamo di fatto tentando di manipolare i risultati di ricerca a nostro favore. E questo ci penalizzerebbe.
Adesso, quindi, questi PBN vengono utilizzati principalmente per lanciare degli attacchi di negative SEO.
Sebbene qualche backlink tossico sia un qualcosa di abbastanza normale per un blog, se ti accorgi che il numero di questi link aumenta a dismisura in pochissimo tempo, allora è sicuramente il caso di indagare.
Come difendersi dai backlink tossici
Il modo più semplice per difendersi dai backlink tossici è quello di rilevarli e rinnegarli, ossia dire a Google che quei link non li abbiamo cercati e non li riconosciamo.
Per farlo, ti consiglio di utilizzare strumenti come Semrush, che oltre a intercettare tutti i backlink tossici del tuo sito web, ti prepara anche il file da presentare a Google per disconoscere questi link.
Ecco come fare tutto passo passo.
Per prima cosa vai su Semrush e se ancora non ce l’hai, crea un account gratuito. Una volta fatto l’accesso, nella barra laterale di sinistra seleziona SEO > Backlink audit.

Scegli quindi il progetto su cui vuoi fare l’audit. Se non hai ancora un progetto, creane uno con il tuo sito web. Ti apparirà una schermata come questa qua sotto, dove verranno elencati tutti i backlink che rimandano al tuo sito e il loro toxicity score, ossia il punteggio di tossicità.
Puoi anche filtrare i backlink per punteggio, ad esempio selezionando tutti i backlink con un punteggio di tossicità tra 60 e 100, potenzialmente quindi tossici.

Per ogni link, adesso, hai 3 possibilità. Su ogni riga di ogni link, infatti, trovi 3 icone:
- L’icona grigia di sinistra, per spostare il backlink di Whitelist e quindi “accettarlo”
- L’icona blu centrale per spostare il link nella sezione “Rimuovi“
- L’icona blu di destra per spostare il link nella sezione “Rifiuta“.
Spostandoli in Whitelist, crei un elenco di backlink che desideri mantenere.
Puoi anche decidere di contattare un sito web per chiedere la rimozione di un link. In questo caso, ti basta spostare il backlink nella sezione “Rimovi” dove potrai inviare un’email e chiedere che il backlink venga cancellato.
Se questa mossa non porta i frutti sperati, allora puoi procedere a rifiutarli. Sposta i link indesiderati nella sezione “Rifiuta” e Semrush creerà per te un particolare file con la lista di tutti i backlink che desideri rimuovere e che dovrai caricare su Google nel suo strumento di disconoscimento dei link chiamato Disavow.
⚠️ Questa azione non va presa alla leggera. Rifiutare link che non sono davvero dannosi può danneggiare il tuo posizionamento. Ricontrolla quindi sempre manualmente tutti i link prima di procedere al disavow.
Come vedi, anche io ho rifiutato diversi link. Una volta rifiutati, su Semrush appariranno così:

Pubblicazione di recensioni false
Passiamo in rassegna un’altra possibile mossa di SEO negativa: quella delle recensioni false.
Molto spesso, prima di acquistare un prodotto o un servizio, una persona fa una ricerca online alla ricerca di recensioni e testimonianze. Un competitor potrebbe quindi lasciare una serie di recensioni false in modo da affossare la tua credibilità e la tua reputazione online.
Come difendersi dalle recensioni false
Non esiste un modo per difendersi a priori dalle recensioni false. Quello che possiamo fare, invece, è quello di monitorare costantemente ciò che viene scritto su di noi e sul nostro brand.
Per prima cosa, ti consiglio di attivare gli Alert di Google. Aggiungendo una parola chiave, infatti, come il tuo nome o il tuo brand, ogni volta che riceverai una menzione sul web riceverai un’email.
Un altro modo per arginare il problema è quello di tenere sempre aggiornati e monitorare costantemente i tuoi canali, come i social o la scheda di Google My Business, dove puoi anche segnalare a Google la presenza di una recensione falsa e chiederne la rimozione.
Rimozione di backlink positivi
L’ultima tecnica di negative SEO che voglio presentarti – e che è anche più comune di quello che sembra – è quella di eliminare tutti i backlink positivi che hai per danneggiare il tuo posizionamento sui motori di ricerca.
I backlink provenienti da blog e siti autorevoli, infatti, sono importantissimi in una strategia SEO perché mandano a Google il segnale che i tuoi contenuti sono rilevanti e per questo tende a premiarti, facendoti salire nelle sue SERP.
Non a caso, ci sono numerose tecniche SEO che hanno come scopo proprio quello di aumentare i backlink positivi verso il nostro sito, come ad esempio il guest posting.
Ma come fanno i competitor a eliminare questi backlink? Molto semplice. Ti ricordi quando abbiamo parlato di backlink tossici? Ti ho detto che uno dei metodi per eliminarli, prima di fare il disavow, è proprio quello di contattare i siti web per richiedere la rimozione di un link.
Gli spammer e i competitor nocivi potrebbero sfruttare proprio questa situazione, spacciandosi per te o per il tuo webmaster e chiedere la rimozione dei tuoi backlink migliori, ossia provenienti da siti autorevoli e di qualità.
Ecco un esempio di email che può venire mandata.

Come difendersi dalla rimozione di backlink positivi
Un modo per riuscire a difendersi da questa spiacevole situazione è quella di svolgere frequenti e regolari backlink audit utilizzando strumenti SEO come Semrush.
Dalla dashboard di Semrush, infatti, puoi controllare quanti e quali backlink hai perso nel corso del tempo. Per farlo, vai su Analisi Backlink e seleziona il pulsante “Persi”.
Puoi anche filtrarli per periodo per trovare ad esempio solo i link persi recentemente.

In questo modo, puoi subito passare all’azione se ti accorgi che alcuni backlink importanti sono stati rimossi.
Come riconoscere un attacco di negative SEO
Come sapere se siamo stati vittime di SEO negativa o se la perdita di traffico è dovuta magari ad esempio a un aggiornamento degli algoritmi di Google?
L’unico modo per scoprirlo è fare un’attenta analisi al tuo sito web. Alcuni segnali che dovrebbero allarmarti sono:
- Una repentina e improvvisa perdita di traffico
- Il tuo sito non viene più visualizzato nei risultati di ricerca di Google (puoi fare un check anche utilizzando l’operatore “site:”)
- Le keyword in posizioni stabili diminuiscono senza un motivo apparente o vengono improvvisamente eliminate dalla SERP
- Noti un improvviso e anomalo aumento del traffico, magari dall’estero, e numerose menzioni sull’web e sui social
- Il sensor di Semrush non mostra particolari variazioni in SERP e non ci sono stati aggiornamenti recenti nell’algoritmo di Google
- Ti ritrovi da un giorno all’altro con migliaia di backlink provenienti da siti “strani” o con contenuti ripetitivi, spesso con anchor legate al mondo dell’adult, che non c’entrano niente con il tuo sito o che – al contrario – sono keyword legate alla monetizzazione dei tuoi contenuti
- Hai ricevuto una penalizzazione manuale da parte di Google.
Questo è un esempio preso proprio del mio sito web, quando è stato preso di mira da un attacco di negative SEO.
Nel giro di meno un mese mi sono ritrovata oltre 50 mila backlink spam provenienti da oltre 200 siti diversi, la maggior parte di questi provenienti da PBN.

In questi casi, la tempestività è tutto.
Come puoi vedere dal grafico, abbiamo iniziato subito a contattare i vari siti per chiedere la rimozione dei backlink e questo ha portato a un effettivo calo dei link spam. Ma la gioia è durata poco poiché i link spam continuavano ad arrivare e la curva ha ricominciato la sua ascesa. Abbiamo quindi dovuto mettere in disavow tutti i link indesiderati.
Il lavoro è terminato? Assolutamente no. È importante stare sempre all’erta e continuare a monitorare il problema. Sicuramente però è stato arginato e vedremo nei prossimi tempi come evolverà.
Sicuramente con questo articolo ho dato tanti nuovi spunti a questi simpatici personaggi! 😂
Riflessioni finali
Se hai subìto un attacco di negative SEO, per prima cosa: sangue freddo e non disperare. A volte risistemare tutto è noioso, lungo e deprimente ma spesso riusciamo a recuperare tutto ciò che abbiamo perso e a tornare più in alto di prima.
E se vedi che l’attacco è di proporzioni molto grandi o –peggio ancora! – il tuo sito web è stato violato, contatta subito un professionista che sa esattamente come chiudere la falla, accompagnare gli ospiti indesiderati alla porta e ripulire il sito da tutte le azioni negative che sono state intraprese.
Buon blogging!
